Percorso RPE - 581

Il percorso si sviluppa come ramo della Via Francigena attraverso la Val Cenischia, nato da un lavoro condiviso tra la Città Metropolitana di Torino, l’IPLA e i Comuni di Novalesa e Venaus. È un itinerario che recupera antichi tracciati ormai dimenticati: vie che un tempo collegavano l’Abbazia di Novalesa all’abitato di Venaus sul versante destro della valle, seguendo linee di crinale, boschi e percorsi militari e di pellegrinaggio.

Discendendo dalla Strada Statale 25 del Moncenisio, il cammino si innesta sul percorso 581 nei pressi del Torrente Cenischia, dove una splendida mulattiera scende verso l’abitato di Moncenisio. Attraversando il paese, si ritrova il vecchio tracciato in selciato che scende verso Novalesa, tagliando la Provinciale, superando il suggestivo ponte dei tre archi e raggiungendo l’abitato.

Attraversando l’antico centro storico di Novalesa – oggi quieto, ma un tempo crocevia vitale da cui partivano i marrons, montanari capaci di guidare i viandanti oltre il colle in ogni stagione – il percorso scende verso la SP210, lasciandosi lentamente alle spalle le case del borgo. Poco dopo incontra la strada che conduce all’Abbazia, superando i ponti sul Torrente Cenischia e sul Rio Bar e toccando l’incrocio con il sentiero 586A, diretto a Località Bompà di Venaus. Poco più avanti compare anche la deviazione del 586C, che sale verso l’ampia e panoramica Frazione Molaretto di Venaus. Trascurate entrambe le varianti, si prosegue dritti, passando davanti al complesso monastico e seguendo le chiare indicazioni della segnaletica.

Dall’Abbazia ha inizio la mulattiera storica, trasformata negli anni Duemila in pista tagliafuoco dopo l’attraversamento del Rio Eldrado. Il paesaggio si fa silenzioso, quasi raccolto: il bosco si mescola alla pietra, e non passa molto prima di scorgere i resti diroccati di un bunker del Vallo Alpino, testimonianza muta delle linee difensive del secolo scorso.

La pista continua a mezzacosta fino al suo termine, dove comincia un sentiero recentemente ripulito e sistemato. Seguendo antichi camminamenti, il tracciato supera una fascia rocciosa e poi scende con ripidi tornanti nel bosco fitto in direzione del Cenischia. Poco sopra il fondovalle, tra gli alberi, appare un secondo bunker in rovina, ancora una volta sentinella isolata in mezzo alla vegetazione.

Raggiunto il piano delle acque, il percorso si innesta sulla vecchia mulattiera che affianca le rovine dei baraccamenti militari del Settecento: tra questi spicca una pietra incisa con la data 1791, sopravvissuta ai secoli. Poco oltre si incontrano i resti della fucina ottocentesca di Venaus, all’altezza del ponte sul Rio Tigliaretto.

Il cammino raggiunge poi una pista forestale che passa accanto ai ruderi di una postazione sabauda del XVIII secolo. Da qui il tracciato scende rapidamente tra vigneti terrazzati e muretti a secco, fino alla Frazione Parore di Venaus, dove il bosco finalmente si apre sul paese.

Ripreso l’asfalto, si prosegue verso la Frazione Molino, per poi ritrovare la Via Antica Reale di Venaus. In breve si raggiunge la Frazione Capoluogo, passando davanti alla Parrocchiale e al Palazzo Comunale. Continuando lungo Via Roma si attraversa nuovamente la SP210 all’altezza di Via Mompantero, per imboccare la SP209, una strada tranquilla che conduce al ponte sul Torrente Cenischia in Regione Berno.

Il viaggio si conclude a Mompantero, nei pressi della Cappella di San Giuseppe nell’omonima frazione, dove il percorso 581 si unisce ad altri sentieri di grande importanza, tra cui il 529 e l’832, lungo i quali transitano il GTA e il Sentiero Italia CAI, aprendo nuove possibilità di cammino in ogni direzione.