Description
Splendida, e già profondamente alpina fin dai primi passi, è l’escursione lungo la mulattiera militare che dai pressi di Grange Martina — sopra il pianoro di Santa Chiara di Giaglione — si inerpica verso il Rifugio Avanzà: un percorso che è insieme salita, paesaggio e memoria. Lasciati alle spalle i pascoli ripidi affacciati sulla Val Cenischia, il sentiero si impenna con decisione lungo il filo di un costone vertiginoso che precipita nella Val Clarea. Qui si cammina sulle opere arditamente scavate nella roccia dagli ingegneri militari che, tra Ottocento e Novecento, tracciarono una straordinaria rete viaria d’alta quota per collegare postazioni e osservatori di confine.
Superati i tratti più esposti, si raggiungono i pianori glaciali dove sorge il Rifugio Avanzà, ai piedi dell’imponente Monte Giusalet. Il paesaggio si apre d’un tratto in una distesa luminosa e austera, modellata nei millenni dal ghiaccio e dal vento. Da qui la mulattiera prosegue verso il panoramico Passo dei Trinceramenti, valico ricco di storia che un tempo ospitava una caserma della G.A.F. (Guardia alla Frontiera). Oggi, purtroppo, ne restano solo frammenti: muri lesionati, intonaci scrostati e ciò che sopravvive a fatica alle grandi escursioni termiche e alle valanghe che sfiorano la cresta.
Dal passo lo sguardo abbraccia il vasto vallone delle Savine e il sottostante Col Clapier, dove è ancora evidente la fitta trama del Vallo Alpino: bunker scavati nella roccia, caserme mimetizzate, magazzini e soprattutto una rete intricata di mulattiere, testimonianza impressionante della capacità ingegneristica con cui si cercò di rendere percorribili versanti che la natura aveva progettato ben più ostili. Questo mosaico di opere appartiene a una lunga storia difensiva delle Alpi: dalle piccole ridotte sette-ottocentesche fino alle grandi fortificazioni del XX secolo.
La discesa dalla cresta avviene su ripide pietraie di grossi massi calcarei: un antico selciato addomesticato per il passaggio dei muli, oggi segnato da frane e crolli che interessano la Punta Tricuspide. Nonostante questo, la traccia rimane nitida e suggestiva, un libro aperto sul lavoro del Genio militare che, con muri di sostegno, canalette e tratti scavati a mano, riuscì a piegare al transito umano un terreno ostinatamente impervio.
Poco sopra il Lac du Savine — oggi in territorio francese dopo i riconfinamenti del dopoguerra — il sentiero piega deciso verso sud e rientra in Italia al Col Clapier, dove si ricongiunge al percorso 805 proveniente dalla Val Clarea. L’intera successione di opere, trincee e vie di collegamento rappresenta un patrimonio storico e ingegneristico di valore inestimabile: non sono soltanto testimonianze di una stagione militare ormai lontana, ma anche infrastrutture che per decenni hanno garantito movimento, comunicazione e sostentamento in uno degli ambienti più duri delle Alpi. Preservarle significa mantenere vivo un capitolo essenziale della storia della montagna.
Superati i tratti più esposti, si raggiungono i pianori glaciali dove sorge il Rifugio Avanzà, ai piedi dell’imponente Monte Giusalet. Il paesaggio si apre d’un tratto in una distesa luminosa e austera, modellata nei millenni dal ghiaccio e dal vento. Da qui la mulattiera prosegue verso il panoramico Passo dei Trinceramenti, valico ricco di storia che un tempo ospitava una caserma della G.A.F. (Guardia alla Frontiera). Oggi, purtroppo, ne restano solo frammenti: muri lesionati, intonaci scrostati e ciò che sopravvive a fatica alle grandi escursioni termiche e alle valanghe che sfiorano la cresta.
Dal passo lo sguardo abbraccia il vasto vallone delle Savine e il sottostante Col Clapier, dove è ancora evidente la fitta trama del Vallo Alpino: bunker scavati nella roccia, caserme mimetizzate, magazzini e soprattutto una rete intricata di mulattiere, testimonianza impressionante della capacità ingegneristica con cui si cercò di rendere percorribili versanti che la natura aveva progettato ben più ostili. Questo mosaico di opere appartiene a una lunga storia difensiva delle Alpi: dalle piccole ridotte sette-ottocentesche fino alle grandi fortificazioni del XX secolo.
La discesa dalla cresta avviene su ripide pietraie di grossi massi calcarei: un antico selciato addomesticato per il passaggio dei muli, oggi segnato da frane e crolli che interessano la Punta Tricuspide. Nonostante questo, la traccia rimane nitida e suggestiva, un libro aperto sul lavoro del Genio militare che, con muri di sostegno, canalette e tratti scavati a mano, riuscì a piegare al transito umano un terreno ostinatamente impervio.
Poco sopra il Lac du Savine — oggi in territorio francese dopo i riconfinamenti del dopoguerra — il sentiero piega deciso verso sud e rientra in Italia al Col Clapier, dove si ricongiunge al percorso 805 proveniente dalla Val Clarea. L’intera successione di opere, trincee e vie di collegamento rappresenta un patrimonio storico e ingegneristico di valore inestimabile: non sono soltanto testimonianze di una stagione militare ormai lontana, ma anche infrastrutture che per decenni hanno garantito movimento, comunicazione e sostentamento in uno degli ambienti più duri delle Alpi. Preservarle significa mantenere vivo un capitolo essenziale della storia della montagna.
Bibliographie
Descrizione a cura di SOSEC CAI Piemonte - Marco Caparello
Indirizzo e punti di contatto
| Prénom | Description |
|---|---|
| Courriel | sentieristica.valcenischia@gmail.com |
| Point de départ | Venaus, Pozzo ENEL loc. Mulatera 1.970 m |
| Point d'arrivée | Giaglione, Col Clapier - 2.486 m |
| Longueur | 7,8 Km |
| Temps de Voyage | 3h40' |
| Degré de difficulté | EE |
| Niveau différence | 970 m |
| Caractéristiques | Stato di Percorribilità: STAGIONALE ai sensi dell'Allegato C della D.G.C. n. 49 del 14/11/2025 |